Novità importanti su Ecobonus e del Sismabonus, prevenzione del rischio sismico e bonifica dell'amianto
Il Governo, con il PNR (Programma nazionale di riforma) chiarisce le sue intenzioni in merito all’efficientamento energetico e alla messa in sicurezza degli edifici. Il programma, infatti, collegato alla nota di aggiornamento del DEF e quindi alla Legge di Bilancio 2019, che inizierà a breve il suo iter legislativo, prevede importanti novità non solo sui bonus fiscali, ma anche misure di sostegno agli investimenti per la riqualificazione degli immobili, per la rimozione dell’amianto e sull’utilizzo di tecnologie BIM.
A tal proposito, con riferimento all’edilizia pubblica, il Governo intende rendere operativo l’utilizzo del BIM (Building Information Modeling) per l’attività di progettazione e monitoraggio delle costruzioni, con un risparmio potenziale fino a 30 miliardi negli appalti pubblici. Secondo i tecnici dell’Esecutivo, è importante digitalizzare i processi amministrativi del MIT, garantendo anche maggiore trasparenza con la costituzione di un registro degli ingressi.
Per quanto riguarda gli sgravi fiscali per gli interventi di efficientamento energetico sulle singole unità immobiliari (il cosiddetto Ecobonus), al momento sono in scadenza al 31 dicembre 2018 e usufruiscono di una detrazione fiscale dal 50% al 65% in funzione dell’intervento effettuato. I lavori sulle parti comuni degli edifici condominiali scadranno invece il 31 dicembre 2021 e godono di un bonus fino all’ 80%.
Bisognerebbe capire ora se, contestualmente alla stabilizzazione dell’Ecobonus, saranno ritoccati anche i tetti agli incentivi.
Il Sismabonus scadrà invece il 31 dicembre 2021 con detrazioni fino al 70% nelle singole unità immobiliari se l’intervento determina il passaggio ad una classe di rischio inferiore e l’80% in caso di passaggio a due classi di rischio inferiori. Nei condomìni è riconosciuto un bonus del 75% se l’intervento determina il passaggio ad una classe di rischio inferiore e dell’85% con passaggio a due classi di rischio inferiori.
Anche in questo caso, non si sa ancora se il Governo intende rivedere i meccanismi di incentivazione.
Tuttavia, proseguiranno le azioni di mitigazione del rischio sismico attraverso interventi e misure di messa in sicurezza del patrimonio abitativo e di miglioramento delle prestazioni energetiche, mediante misure specifiche come finanziamenti per le verifiche di vulnerabilità ed i progetti di adeguamento delle scuole in zone a rischio sismico 1 e 2, istituzione del “Portale sisma bonus” e l’avvio di 10 cantieri pilota in Comuni scelti su tutto il territorio nazionale, con l’effettuazione di interventi esemplari di messa in sicurezza antisismica su edifici di social housing.
Infine, come si legge nel PNR, viene confermata l’attenzione sul tema amianto mediante la creazione di Cabina di regia unica presso il Ministero dell’ambiente relativa all’inquinamento da amianto con l’implementazione delle attività di rilevazione e bonifica, l’erogazione di specifiche agevolazioni per le attività di bonifica e l’individuazione dei siti di trattamento in accordo con le Regioni.
Approvata la bozza di decreto, ritorno al fotovoltaico con premio per la sostituzione di tetti in amianto
In arrivo il nuovo decreto interministeriale DM FER 2018-2020 di sostegno allo sviluppo della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili che, ricevuto il via libera dei ministeri Mise e Minanbiente, è in attesadel vaglio definitivo degli stakeholders.
Tra principali novità del decreto si parla di ritorno del fotovoltaico, bonus per la sostituzione dell’amianto con impianti fv e slittamento dei bandi al 2019.
Come si legge nella bozza, infatti, si è ritenuto opportuno “promuovere la realizzazione di impianti fotovoltaici i cui moduli sono installati su edifici con coperture in eternit o comunque contenenti amianto (cd premio amianto), con la completa rimozione dell’eternit o dell’amianto, in quanto gli ambiziosi obiettivi sulle rinnovabili richiedono e suggeriscono l’utilizzo di superficie già impegnate per altri usi, a partire da quelle su cui l’installazione del fotovoltaico può fornire anche un vantaggio supplementare, in termini di benefici sanitari e ambientali”.
Il nuovo Decreto Rinnovabili, quindi, riammette il fotovoltaico agli incentivi, ma con alcune specifiche e limitazioni. Per poter partecipare alle aste e ai registri, gli impianti fotovoltaici devono:
• essere di nuova costruzione;
• avere una potenza superiore ai 20 kW (quindi esclusi dalle detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione);
• rispettare le disposizioni circa il divieto di accesso agli incentivi statali per impianti ubicati in aree agricole;
• possedere il titolo abilitativo alla costruzione e all’esercizio e il preventivo di connessione accettato in definitiva.
In particolare, gli impianti fotovoltaici realizzati in sostituzione delle coperture in amianto avranno diritto, oltre agli incentivi sull’energia elettrica, un premio pari a 12 €/MWh; l’incentivo, tuttavia, non sarà cumulabile con altri bonus pe la rimozione dell’amianto e quest’ultimo dovrà essere rimosso e smaltito secondo le modalità previste dal GSE.
Inoltre potranno accedere agli incentivi, come stabilito dallo schema di provvedimento gli impianti di nuova costruzione, integralmente ricostruiti e riattivati, di potenza inferiore ad 1 MW; gli impianti oggetto di un intervento di potenziamento, qualora la differenza tra il valore della potenza dopo l’intervento e quello della potenza prima dell’intervento sia inferiore ad 1 MW e gli impianti oggetto di rifacimento di potenza inferiore ad 1 MW.
All’indomani della tragedia del Ponte Morandi di Genova, il Consiglio Nazionale degli Ingegneri ribadisce la priorità circa la manutenzione e il monitoraggio delle infrastrutture.
Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri ha inviato al Presidente del consiglio prof. Giuseppe Conte una lettera contenente alcune proposte concrete che sottolineano, alla luce del crollo del ponte Morandi, la priorità quanto mai necessaria della manutenzione e della prevenzione come impegno costante e permanente.
Dopo aver espresso il cordoglio e la partecipazione al dolore delle famiglie colpite da questo tremendo lutto, il CNI ha ricordato che gli ingegneri italiani hanno più volte richiamato l’attenzione delle forze politiche sullo stato delle costruzioni pubbliche e private in Italia, fornendo proposte accolte con interesse, ma recepite ed attuate solo raramente.
“I numeri delle infrastrutture lineari di trasporto, relativamente alle reti autostradali, sono molto importanti, con 1.608 ponti e viadotti per una lunghezza di 1.013 km, su un totale di circa 6.000 km di rete. Rappresentano tuttavia solo una parte dei circa 61.000 ponti e viadotti lungo i 255.000 km totali che compongono la rete autostradale italiana fatta da autostrade, strade statali, regionali, provinciali e comunali per una lunghezza complessiva di 38.000 km. Dati molto importanti, segnale delle problematicità poste dalla complessità dell’orografia del nostro Paese, che impongono di rendere organiche e sistematiche le proposte già avanzate da più soggetti sul tema della manutenzione".
Nella lettera gli ingegneri italiani hanno sottoposto al Presidente del Consiglio le seguenti proposte:
- Piano nazionale di manutenzione infrastrutture: elaborazione di un Piano nazionale di conoscenza dello stato di sicurezza delle opere d’arte infrastrutturali (ponti, viadotti, gallerie, opere di sostegno etc.), con un’anagrafe delle opere d’arte importanti, basata su dati messi obbligatoriamente a disposizione dagli enti proprietari o concessionari. Su questa base di conoscenza, che dovrà essere pubblica e trasparente, sarà possibile programmare un piano complessivo degli interventi, a carico degli enti proprietari/gestori, la cui verifica, magari attraverso una Struttura di missione dedicata, dovrà rimanere in capo allo Stato che avrà il compito di raccordare i ministeri competenti e gli altri enti coinvolti.
- Indirizzi per interventi di rifacimento delle infrastrutture: elaborazione di un protocollo tra il mondo scientifico, quello tecnico-professionale e quello tecnico-amministrativo che definisca linee guida di riferimento, da consegnare al Governo per la sua attuazione.
- Semplificazione delle procedure: data l’urgenza, definire procedure semplificate per gli interventi di manutenzione, sia per l’affidamento dei servizi che delle forniture e dei lavori, puntando su conoscenze, competenze, tecnologie.
- Piano nazionale delle infrastrutture: dare avvio ad un progetto generale delle infrastrutture in Italia, che rilanci fortemente l’economia e contribuisca a superare il gap con il resto d’Europa e tra le diverse aree del Paese (con particolare riferimento al nostro Mezzogiorno) diventando priorità nazionale. Da rivedere è anche la gestione ed il controllo sull’attività svolta dalle Società concessionarie, con particolare riferimento agli investimenti in manutenzione e ammodernamento delle tratte affidate.
- Competenze tecniche della P.A. : occorre colmare la gravissima carenza di tecnici, in particolare ingegneri, nella pubblica amministrazione, negli organi di pianificazione e controllo, e, spesso, anche nei soggetti concessionari; senza un adeguato numero di tecnici e di ingegneri che rafforzino gli organici delle pubbliche amministrazioni e delle Società concessionarie, qualunque intervento normativo e amministrativo, pur meritorio ed “ispirato”, rischia di restare, ancora una volta, inattuabile.
A breve sarà operativo il sito ENEA dedicato alla trasmissione dei dati. Dall’apertura del sito partirà il termine dei 90 giorni per la comunicazione.
A partire da settembre 2018 la comunicazione all’Enea dovrà essere effettuata anche per gli interventi edilizi e tecnologici che beneficiano del bonus ristrutturazioni, ma comportano anche risparmio energetico e/o utilizzo delle fonti rinnovabili. Lo spiegano dalla Task force Enea per le detrazioni fiscali: il sito dedicato alla trasmissione dei dati è attualmente in fase di test prima della messa online definitiva per cui il nuovo adempimento è pronto a decollare subito dopo l’estate.
La novità è prevista dalla Legge di Bilancio 2018 (205/2017, articolo 1, comma 3): la manovra aveva infatti disposto l’obbligo di inviare all’Enea una comunicazione per ottenere la detrazione fiscale del 50% sugli interventi di ristrutturazione edilizia che consentono anche di conseguire un risparmio energetico con l’obiettivo di monitorare in maniera più analitica gli effetti delle opere realizzate.
Fino all’anno scorso, all’Enea andava inviata soltanto la documentazione necessaria per ottenere l’ecobonus sugli interventi di riqualificazione energetica degli edifici, ma dopo un confronto con il Ministero dello Sviluppo Economico e con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, l’Enea ha invece chiarito che la comunicazione deve essere inviata anche per gli interventi di ristrutturazione, ma solo se comportano un risparmio energetico e/o utilizzo di fonti rinnovabili.
L’adempimento in questione, quindi, è già in vigore dal primo gennaio 2018, ma finora non è stato possibile inviare le comunicazioni perché mancavano le istruzioni operative.
Il portale necessario a sostenere il nuovo adempimento ora è quasi pronto ed in fase di prova; si chiuderà, quindi, questa fase transitoria, costringendo chi ha effettuato lavori nel corso dell’anno a correre ai ripari. Dall’Enea spiegano che "per gli interventi già ultimati il termine dei 90 giorni decorrerà dalla data di messa online". Ci saranno dunque tre mesi di tempo per fare la comunicazione; i dettagli operativi, modulistica compresa, saranno definiti e pubblicati solo con l’apertura del sito. L’Agenzia ne darà comunicazione in modo che gli interessati abbiano tutto il tempo per l’espletamento delle pratiche.
La norma ha come obiettivo la standardizzazione dei processi di valutazione e convalida dei risultati relativi all’apprendimento.
Le prestazioni energetiche dell’intero organismo edilizio dipendono in gran parte dall’efficienza dell’involucro edilizio che lo circoscrive; se le componenti di chiusura (verticali, orizzontali, trasparenti, opache) non sono state progettate e realizzate in maniera corretta, le dispersioni dei flussi di calore passanti attraverso le stesse ne comprometteranno i consumi energetici finali e il comfort abitativo.
È importante quindi, in sede di progettazione, sia nel caso di riqualificazione di un edificio esistente sia per le nuove costruzioni, studiare attentamente le soluzioni di isolamento termico per evitare le dispersioni di calore e soprattutto la formazione di ponti temici.
Tra le diverse possibilità, il cappotto termico rappresenta una scelta che unisce l’efficacia dell’isolamento alla facilità di posa in opera, soprattutto nei casi di ristrutturazioni di edifici esteticamente fatiscenti.
Per una buona efficacia dei sistemi a cappotto è però fondamentale anche una buona posa degli stessi. Proprio a garanzia di questo principio il CTI - Comitato Termotecnico Italiano, ente federato UNI, ha elaborato la norma UNI 11716 "Attività professionali non regolamentate - Figure professionali che eseguono la posa dei sistemi compositi di isolamento termico per esterno (ETICS) - Requisiti di conoscenza, abilità e competenza”.
Entrata in vigore dal 21 giugno, la norma definisce i requisiti relativi all'attività professionale dell'installatore di sistemi di isolamento termico a cappotto distinguendo due tipologie di professionalità, in funzione di compiti, conoscenza e abilità, coerentemente con il Quadro europeo delle qualifiche (European Qualifications Framework- EQF).
I due livelli di installatore di sistemi a cappotto sono:
- Installatore base di sistemi ETICS
- Installatore caposquadra
I requisiti posseduti dagli installatori sono strutturati in maniera tale da facilitare la possibilità di rendere omogenei i processi di valutazione e convalida dei risultati dell'apprendimento. Infatti, la certificazione delle persone in conformità alla EN ISO/IEC 17024 è un processo di valutazione e convalida.
La norma rimanda inoltre ad altri 2 documenti UNI:
- UNl/TR 11715 "Isolanti termici per l'edilizia - Progettazione e messa in opera dei sistemi isolanti termici per l'esterno (ETICS)";
- UNI 11704 "Attività professionali non regolamentate - Pittore edile – Requisiti di conoscenza, abilità e competenza."